Memorie dalla sala giochi: 10 videogiochi arcade anni '80 e '90 (terza puntata) | Nino Baldan - Il Blog

25 febbraio 2016

Memorie dalla sala giochi: 10 videogiochi arcade anni '80 e '90 (terza puntata)

Alcuni cabinati arcade di una sala giochi anni 80

Bulli, fumo di sigaretta e gomme Brooklyn: rieccoci di nuovo insieme con la rubrica dedicata alle sale giochi degli anni '80 e '90! Dopo il successo della prima e della seconda puntata, anche oggi prenderò in esame 10 videogiochi arcade provenienti dai miei ricordi: siete pronti?



21) Golden Axe (1989)


Golden Axe versione arcade
immagine da hardcoregaming101.net

Iniziamo con questo picchiaduro a scorrimento SEGA onnipresente in qualsiasi sala giochi del periodo. Il fascino legato a un'atmosfera fantasy originale e inedita fece breccia nel cuore di ogni videogiocatore, compreso il sottoscritto che per la casa giapponese non aveva mai nutrito un particolare amore; ma in questo caso la proverbiale truzzaggine Sega era stata messa da parte a favore di guerrieri, draghi e incantesimi che mi spinsero a spenderci qualche gettone.
I tre personaggi selezionabili erano chiamati da noi ragazzini "l'uomo", "la donna" e "il nano", e a colpirci, oltre alla possibilità di raccogliere le boccette che scaturivano "le magie", furono due tipologie di animali mitologici da cavalcare che fuggivano se feriti da un nemico.

Da fedele possessore Nintendo, "Golden Axe" è sempre stato per me un sogno segreto; dovetti accontentarmi della conversione-Gig Tiger, passando ore della mia infanzia tenendo tra le mani un gingillo plasticoso che emetteva dei fastidiosi "bip" (oltre a un odore piuttosto sgradevole).



22) Dragon's Lair (1983)


Dragon's Lair: il laser game versione arcade
immagine da free4kwallpapers.com

Come nel caso di "Mad Dog McCree", ecco un altro macchinario che al suo interno montava un lettore laser disc (l'antenato del dvd) che limitava l'interattività al solo "premi il tasto giusto al momento giusto e la riproduzione andrà avanti"; in caso contrario, sarebbero partite delle sequenze di morte anche piuttosto disturbanti. Il tutto disegnato da Don Bluth, già animatore Disney.

Probabilmente, proprio per il costo del cabinato, le partite costavano ben 2 gettoni; osai giocarci una volta sola alle giostre di Riva degli Schiavoni a Venezia, morendo alla prima scena e catalogando questo gioco come "mangiasoldi".
Decenni dopo lo acquistai in versione dvd da "giocare" con i tasti del telecomando, ma anche questa esperienza non si distaccò molto da quella precedente.



23) Final Fight (1989)


Final Fight arcade: Cody in azione
immagine da arcademaniac.blogspot.com

Qui fioccano le lacrime: un titolo gasante quasi come "Street Fighter II"; fu sempre al luna park veneziano che ci consumai un bel po' di gettoni, girando per le vie della città a raccogliere coltelli, tubi e katane con i quali stendere decine di nemici.

Ricordo tra l'altro la possibilità di eseguire la "supermossa" smanettando su entrambi i tasti disponibili, facendo piazza pulita ma consumando al tempo stesso una parte della barra di energia. Grazie Capcom.



24) Puzzle Bobble (1994)


Puzzle Bobble versione arcade
immagine da bbh.marpirc.net

I due draghetti li conoscevo già, avendo praticamente consumato la versione per Game Boy di "Bubble Bobble" (dove, per colpa della risoluzione, l'inquadratura scorreva qua e là impedendo di vedere lo schermo completo). Ma a questa nuova incarnazione puzzlistica di Bub e Bob ci giocai a malapena un paio di volte, arrivando a bollarlo come "per femmine" e preferendogli qualsiasi altro cabinato nelle vicinanze con un qualsiasi briciolo di violenza.

D'altronde "Puzzle Bobble" divenne già dal momento della sua uscita la meta preferita delle ragazzine volgari che masticavano la Brooklyn con la bocca aperta. E tutto intorno si avvertiva l'odore inconfondibile di "spearmint" che ancora oggi rievoca nella mia mente le bolle colorate e la voce che dice "ready? go!".



25) Euro League (1989)


Euro League del 1989: il gioco di calcio arcade con le squadre di club
immagine da romhustler.net

Un altro gioco di calcio che - insieme a "Super Sidekicks" descritto nella puntata precedente - ho amato alla follia: pallone grande, azione frenetica, ma con un particolare non trascurabile: al posto delle solite nazionali si potevano scegliere 8 club europei! Per la Spagna erano presenti Real, Atletico e Barcellona, per la Germania il Bayern Monaco, per l'Olanda il PSV, mentre per l'Italia c'erano Milan, Inter e Napoli.
E la Juve? Niente da fare, avendo conlcuso la stagione 1989/90 come quarta.

A "Euro League" ci giocavo al bar del Parco Vallombrosa di Fiera di Primiero (TN), selezionando sempre il Milan, e lottando all'ultimo sangue sia contro il computer che contro avversari umani: in palio non c'era solo la gloria, ma la responsabilità di difendere l'onore della squadra per cui tifavo.

Ma la cosa più assurda fu che soltanto un paio di anni fa scoprii che "Euro League" non fosse altro che un bootleg di "Tecmo World Cup 1990", creato da un ignoto programmatore italiano che sostituì le nazionali con i club europei; fu proprio quest'astuta mossa di editing a portargli un'incredibile popolarità nelle sale giochi di tutto il continente.



26) Saturday Night Slam Masters (1993)


Haggar in Saturday Night Slam Masters arcade
immagine da forum.spaziogames.net

Il wrestling secondo Capcom, con il character design curato dal disegnatore di "Kenshiro" Tetsuo Hara e la partecipazione speciale di Haggar da "Final Fight".

Del picchiaduro a scorrimento questo titolo non condivideva solo il baffuto sindaco, ma pure la dinamica di gioco, con la sola aggiunta di un terzo tasto per effettuare le prese. Ricordo la possibilità di uscire dal ring e raccogliere un secchio con il quale infliggere ulteriore danno ai nemici; sceglievo sempre il veloce El Stingray, luchador messicano che mi permetteva di avere la meglio contro gli avversari, o meglio, contro il PRIMO avversario. 
Poi perdevo, e mio nonno mi chiedeva se avessi già consumato il gettone.



27) Pang (1989)


Pang versione arcade
immagine da retrogame.biz

Un classico. In questo gioco a schema fisso, armati di un'arma che sparava solo verso l'alto, si doveva distruggere una sfera rimbalzante che ad ogni colpo si divideva in parti più piccole.
Giocavo a "Pang" soprattutto se 1) gli altri cabinati erano occupati 2) avevo voglia di intraprendere una partita che durasse di più, dando a mio nonno la soddisfazione che "ero diventato bravo" e che "i suoi soldi li avevo spesi bene".

A "Pang" ho dedicato un articolo anche su "Gli Anni 80".



28) Super Mario Bros (1985)


Super Mario Bros in sala giochi
immagine da goldgame.altervista.org

"Super Mario Bros" in sala giochi? Proprio così: alle giostre di Riva degli Schiavoni era stato installato un cabinato con alcuni classici del NES che dopo qualche minuto si bloccavano e obbligavano il giocatore a inserire un altro gettone.

Di questo gioco ho un ricordo incancellabile di quando io, bambino-Nintendo, attaccai bottone con una tredicenne intenta a terminare il gioco tra una masticata di Brooklyn e l'altra. Passai con lei una piacevole ora a parlare di funghi, fiori e stelle arrivando quasi ad invaghirmene; all'epoca non esistevano né Facebook né i cellulari: non ci scambiammo alcun contatto e non la vidi mai più.



29) Sunset Riders (1991)


Il primo livello di Sunset Riders arcade
immagine da taringa.net

Prima del celeberrimo "Metal Slug" c'era "Sunset Riders", un platform/sparatutto della Konami ambientato nel vecchio west, dove i protagonisti camminavano colpendo a revolverate ogni nemico presente nelle otto direzioni dello stick. Erano presenti quattro personaggi selezionabili: due armati di colt e due dotati di fucile, tra i quali ricordo Cormano, messicano abbigliato con un poncho di colore rosa che i più ignoranti della sala giochi del Gran Viale del Lido continuavano a chiamare "Cormorano" nonostante il suo nome fosse scritto a chiare lettere sullo schermo.



30) Operation wolf (1987)


Operation Wolf: il cabinato arcade con mitragliatrice
immagine da coinopdoc.com

Come ultimo titolo di oggi vi segnalo "Operation Wolf" dalla sala giochi centrale di Fiera di Primiero (TN). Delle dinamiche di gioco non ricordo molto, anche attorno al cabinato giravano i tipi meno raccomandabili del paese: quelli con il giubbotto di pelle, il motorino parcheggiato e la cicca sempre in bocca. A ingolosirli, una mitragliatrice nera che vibrava all'impazzata, provocando dolori a chi - come me - per raggiungerla doveva salire su un seggiolino.

Nell'epoca del politically correct, di Microsoft che ribattezza "prato fiorito" il suo "campo minato" per scongiurare i riferimenti alla guerra... un gioco del genere potrebbe ancora essere alla portata di tutti?

Nino Baldan


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