Nostalgia anni 2000 - cellulari | Nino Baldan - Il Blog

8 settembre 2014

Nostalgia anni 2000 - cellulari


Eccoci giunti al terzo lunedì consecutivo a parlare della nostalgia degli anni 2000 (o, per i più attenti, del periodo che va dal 1997/98 al 2004/2005!), e oggi è la volta dei cellulari!


Tralascio il periodo magico della nostra infanzia (durante la quale i telefonini non esistevano affatto, le strade erano piene di cabine telefoniche, e se un amico non si presentava ad un appuntamento era necessario telefonare a casa, parlare con la madre e chiedere più o meno a che ora si era mosso), e passo direttamente alla fine degli anni '90: i cellulari nelle scuole erano in dotazione solo dei figli di papà più danarosi, ed erano sfoggiati più come status symbol a dimostrare il benessere economico della famiglia, quasi un ultimo retaggio dell'epoca degli yuppies. Erano squadrati, brutti da vedere, telefonavano e basta, con quella loro antenna esterna che li faceva quasi assomigliare a walkie talkie.
Sinceramente non ne ho mai desiderato uno, non ne ho mai sentito il bisogno.

Il Nokia 3310
Il mio primo cellulare è stato (nel 2000) il glorioso Nokia 3310, color grigio-blu; era dotato di uno schermetto monocromatico con una risoluzione insulsa, i tastini numerici che facevano rumore quando li si premevano, e una freccia direzionale posta in diagonale, accanto ai tasti "c" e "invio".
Non faceva un granché, ma soltanto il fatto di poter muoversi all'interno di un menù dotato di disegnati, mandare gli sms e giocare a tre, penso, giochi preinstallati, lo faceva apparire un oggetto tecnologico e decisamente avanti con i tempi.

Erano i primi tempi delle SIM cosiddette "ricaricabili", una rivoluzione rispetto al vecchio "abbonamento" che addebitava i costi in bolletta; inizialmente i gestori permettevano che il credito residuo fosse sempre visualizzato (in lire!) nella schermata della home, opzione successivamente rimossa, probabilmente per debellare l'avarizia dei clienti.
Erano infatti molto diffuse le frasi del tipo "non posso chiamare, ho solo mille lire e mi servono".

Gli SMS costavano (se ricordo bene) 200 lire l'uno, ed comprendevano 150 caratteri: sono gli anni delle abbreviazioni da codice fiscale per poter esprimere la maggior parte di concetti nello spazio concesso, e non era raro imbattersi in messaggi del tipo "t asp tnt m mnk kiam 9:30 tvttb tvukdb", fino all'arrivo delle "promozioni" offerte dai gestori, che mettevano a disposizione un numero di SMS gratuiti al giorno. Io, allora cliente Vodafone, stenografavo a malapena un paio di messaggini al giorno tranne nei mesi coperti dalla Summer Card e dalla Christmas Card, nei quali le città si trasformavano in assembramenti di novelli rain men con lo sguardo perso e le dita frenetiche sulla tastierina, mentre intrattenevano tre/quattro conversazioni differenti allo stesso momento sugli argomenti più futili e disparati.

Il 3310 era praticamente indistruttibile, cadeva continuamente a terra senza riportare il minimo danno, e la carica era qualcosa di leggendario: durava tre, quattro giorni senza alcun problema, una cosa inimmaginabile al giorno d'oggi, quando gli smartphone e le loro innumerevoli applicazioni sempre connesse ad internet non durano accesi dalla sera al tardo pomeriggio.
Ovviamente non c'era alcuna connessione al di fuori del GPRS, non c'era internet, non c'era il 3G, non si poteva ascoltare musica né scaricare alcunché. La telecamera? Non pervenuta: il telefonino era solo un telefonino.

Un minimo di interattività era data dalle suonerie, fatte da una scala di "beep", che era possibile comporre su schermo digitando una serie di simboli e di lettere nell'apposito editor; mi sembra che ogni 3310 avesse potuto memorizzarne due o tre oltre a quelle già in dotazione, che in mancanza di altro da fare venivano spesso ascoltate in sequenza dai viaggiatori nei treni e negli autobus, per sconfiggere la noia, per "vedere se ce n'è una che mi piace di più", creando rabbia e nervosismo da chiunque si trovasse nelle vicinanze. Ditemi se non vi è mai successo!

E dai giochi. Come ho già detto, c'era "Snake", dove un serpente fatto di quadratini neri doveva essere guidato sullo schermo grazie ai tastini numerici, mangiando altri quadratini neri che lo facevano aumentare di lunghezza, evitando di toccare il suo corpo che di volta in volta diventava più ingombrante. Snake era il compagno perfetto delle noiose lezioni a scuola e all'università, e si ingannava il tempo cercando ogni volta di battere il record. C'era "Space Impact", uno sparatutto costruito con pochi pixel,  meno giocabile del "serpentone" per via della macchinosità dei controlli, e c'era "Bantumi", un gioco numerico fatto con i fagioli o qualcosa del genere, che penso di non aver mai nemmeno preso in considerazione. Stop. Non c'era altro.

Altri cellulari
3330 a parte (in pratica un aggiornamento del 3310), uscirono successivamente degli altri cellulari, che piano piano andarono ad integrare altre funzioni: lo schermo a colori, la fotocamera VGA (che dava vita a immagini piccole e sfuocate che sembravano scattate dietro un box della doccia appannato), le suonerie MIDI (che sui canali locali qualche speculatore vendeva in abbonamento a 5 euro l'una, mentre era possibile scaricarle gratuitamente da almeno un migliaio di siti), la connessione alla rete attraverso la tecnologia WAP (della quale ricordo solo squallidi siti testuali) fino ad arrivare al 3G e ad internet mobile come lo conosciamo ora. Ogni mio amico aveva un cellulare diverso, quasi tutti Nokia: molto diffuso era quello che in gergo veniva definito "patata" (probabilmente il 6330), ma mai più ci fu una diffusione capillare omogenea dello stesso modello come ai tempi del 3310, che assunse lo status di vero e proprio oggetto-culto degli anni 2000, con 126 milioni di esemplari venduti, questo almeno fino al 2007, con l'arrivo sul mercato dell'IPhone. 

Ma tornando all'ultimo periodo pre-social network, le foto non venivano condivise: le custodivamo sul proprio telefonino. Le serate in compagnia spesso erano all'insegna del "mi fai vedere le tue foto?" e via con una carrellata di amici, ragazze, situazioni buffe, immagini dell'ultima vacanza. Il "me la mandi?" permetteva poi ad uno stesso file di finire in decine di telefonini diversi, magari catalogato con nomi differenti, ma non esistevano esibizionismi fini a se stessi: una foto troppo sopra le righe avrebbe dato vita ad innumerevoli sfottò, e non sarebbe stata nemmeno presa in considerazione.

Qualcuno tra i più giovani potrebbe chiedermi allora come facevamo a conoscere e a comunicare con le ragazze, ma alla socializzazione negli anni 2000 dedicherò un'altra puntata!

Nino Baldan



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