Angry Video Game Nerd: The Movie (no spoiler) | Nino Baldan - Il Blog

8 maggio 2015

Angry Video Game Nerd: The Movie (no spoiler)

Sono anni che seguo le video-recensioni dell'Angry Video Game Nerd, che ho sempre considerato intelligenti, dirette, geniali. Per i pochi che non lo conoscono, sto parlando del personaggio interpretato dall'americano James Rolfe che, nei panni del più stereotipato dei nerd statunitensi (occhialini, camicia bianca e penne nel taschino), dall'ormai lontano 2004 si diletta a retro-recensire i più assurdi videogiochi degli anni '80 e '90, analizzandone difetti e incongruenze a suon di imprecazioni e termini scurrili, con una birra gelata sempre a suo fianco. La sua fama è cresciuta a tal punto da spingerlo nel 2014 ad auto-finanziarsi un film: sarà riuscito a trasporre anche su pellicola la sua originaria verve internettiana?

immagine da richardcobbett.com

Grazie ad una raccolta di donazioni via internet il buon James Rolfe è riuscito a raccogliere ben 325 mila dollari, che gli hanno permesso di coronare uno dei più grandi sogni: produrre e realizzare una pellicola, il cui sviluppo partì fin dal 2006.

La trama del film ruota intorno al videogioco "E.T. the Extra-Terrestrial" per Atari 2600, universalmente considerato uno dei peggiori videogiochi mai realizzati, e finora mai ufficialmente recensito nei suoi video; mi fermo qui per non svelare troppi particolari a chi volesse inoltrarsi nella visione dell'opera, che cercherò di analizzare in versione "no spoiler".

NOTA: mancando una distribuzione ufficiale, il film non è stato doppiato in italiano, ed è disponibile esclusivamente in lingua originale con i sottotitoli.

Purtroppo non posso proprio soprassedere sulla natura autocelebrativa dell'opera: Angry Video Game Nerd non è il ragazzo solitario e disadattato visto nelle recensioni, ma viene ritratto come una vera e propria celebrità mondiale, che quotidianamente riceve richieste dai suoi fan sparsi in tutto il globo. E questo fa già storcere il naso: nonostante la sua fama sia indubbia, con 15 milioni di iscritti al suo canale, mi sarei comunque aspettato di vederlo in un ruolo più umile ed incastonato nella vita di tutti i giorni; anche Mister Bean è famoso, ma di certo non appare nelle pellicole acclamato ed osannato in ogni luogo metta piede.

immagine da kotaku.com

Ad accompagnare il protagonista nella sua avventura ci sono personaggi nuovi come Cooper e Mandi, completamente estranei al mondo dell'Angry Video Game Nerd, che danno la netta impressione che il progetto sia stato curato da qualcuno all'oscuro delle dinamiche delle videorecensioni (sebbene nei credits si legga "scritto da David Finn e James Rolfe"). Avrei preferito un maggior coinvolgimento di Mike Matei e del Guitar Guy, punti cardine della serie, che in questa pellicola sono stati invece relegati al ruolo di semplici comparse.

La volontà degli autori di puntare su un aspetto visuale da b-movie, come l'utilizzo di modellini in fiamme per simulare gli incidenti, stride nettamente con la presunzione autocelebrativa di "voler fare come a Hollywood", con un fastidioso effetto "né carne né pesce": le gag non fanno ridere, e gli alquanto improbabili antagonisti, che in un progetto più "intimo" avrebbero potuto far sorridere per la loro goffaggine, in un contesto da blockbuster risultano stupidi, fuori luogo, e in più sui qualche occasione insultano l'intelligenza dello spettatore, facendolo riflettere se stia effettivamente assistendo ad un prodotto destinato alla prima infanzia. La colonna sonora "hollywoodiana" curata da Bear McCreary ("Battlestar Galactica", "The Walking Dead") non fa altro che aumentare questa alquanto fastidiosa dicotomia.

immagine da doppiaggiitalioti.wordpress.com

"Angry Video Game Nerd: The Movie" si salva nel finale, dove l'umorismo assurdo e demenziale della serie internet viene in parte recuperato, ma quello che abbiamo di fronte è un film troppo lungo (2 ore) e scritto male, che i fan della serie dovrebbero in ogni caso vedere, non solo per la presenza dell'attesissima recensione di "E.T", ma  perché, come lo stesso James Rolfe ci ha insegnato, talvolta è più interessante analizzare i difetti dei prodotti più assurdi che rimanere imbambolati ad ammirare capolavori senza macchia. E di difetti, qui, ce ne sono davvero tanti.

Nino Baldan

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